I dati di export confermano la forte domanda di prodotti italiani, sia da parte dei mercati esteri considerati "maturi" sia da quelli emergenti. Questa tendenza deve fungere da stimolo non solo per le aziende italiane che vogliono investire sulle strategie di comunicazione per l'export, ma anche per gli importatori esteri che ricercano prodotti in grado di intercettare e soddisfare questa specifica domanda.
A confermare queste opportunità di business sono le ultime statistiche illustrate da Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi di Nomisma. Nei primi sette mesi del 2022 l'export italiano ha registrato un nuovo record: 28,5 miliardi di euro (+21% rispetto al 2021). Un ottimo risultato considerando l'andamento rilevato nello stesso periodo in Germania (+15%) e in Francia (+16%). Grazie a questo risultato, l'Italia è riuscita ad occupare il sesto posto tra gli esportatori mondiali di prodotti alimentari e bevande, dopo Stati Uniti, Germania, Paesi Bassi, Francia e Brasile.
Nell'export di pasta e conserve di pomodoro l'Italia detiene il primato, con quota di mercato rispettivamente del 29% e del 44%. È seconda invece nelle esportazioni di vini (con quota del 24% per gli spumanti e del 21% per i vini fermi) e di olio extravergine di oliva (20%). Questi risultati possono tradursi in importanti opportunità di business per i produttori italiani di Food and Beverage. Grazie a specifiche attività di promozione e comunicazione, le aziende hanno l'occasione di espandersi nell'export rivolgendosi sia ai mercati più maturi che a quelli emergenti.
Gli Stati Uniti, ad esempio, sono i primi importatori mondiali di cibi e bevande. Qui la presenza i prodotti italiani è già consolidata (gli USA, infatti, occupano il secondo posto nella classifica dei Paese di destinazione dell'export italiano) e le potenzialità di crescita sono enormi se si considerano le dimensioni di questo mercato e la sua elevata capacità di spesa. Altro aspetto da tenere presente è il forte interesse mostrato dagli americani verso il food Made in Italy, in quanto apprezzato da molti per l'indiscussa qualità.
In merito ai mercati emergenti, invece, sono da valutare le opportunità provenienti dagli Emirati Arabi, dall'Arabia Saudita e da Israele. Mentre per il mercato cinese è prevista una ripresa dal 2023, non sono da sottovalutare le potenzialità della Corea del Sud, dove si stanno registrando tassi di crescita annui dell'export alimentare italiano.
Oltre ai benefici che le aziende italiane possono trarre dalla crescente richiesta di prodotti Made in Italy, è bene sottolineare anche i vantaggi riservati agli importatori stranieri. Considerando le statistiche illustrate, puntare ai prodotti italiani, proponendoli sapientemente nel proprio Paese, rappresenta per i distributori esteri un'importante opportunità di business sia nel retail che nel food service.
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