Il settore dei cibi pronti (convenience food) continua a espandersi con ritmi sostenuti, trainato dalla domanda crescente di soluzioni alimentari pratiche e veloci. Secondo il report pubblicato da Market.us ad aprile 2025, il mercato globale passerà da 515,2 miliardi di dollari raggiunti nel 2024 a una proiezione di 871,7 miliardi entro il 2034, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 5,4%. Un'espansione costante che riflette profondi cambiamenti negli stili di vita e nelle abitudini alimentari.

I fattori alla base della crescita

La rapida diffusione dei prodotti convenience è legata a dinamiche sociali e lavorative ben precise: tempi di lavoro prolungati, spostamenti quotidiani sempre più lunghi e un generale calo del tempo dedicato alla preparazione dei pasti in casa. I consumatori, soprattutto nelle aree urbane, sono sempre più orientati verso soluzioni "ready-to-eat" o a rapida preparazione, che riducano l'impegno senza compromettere il gusto.

Per le aziende alimentari, ciò rappresenta l'opportunità di sviluppare prodotti pensati per un consumo immediato, con porzioni calibrate, packaging funzionali e ingredienti di qualità. L'attenzione al benessere resta fondamentale: cresce la richiesta di cibi pronti sani, bilanciati e sostenibili.

Segmentazione per tipo e prodotto

Il mercato si articola in diverse categorie. I prodotti Ready-To-Eat detengono la quota maggiore, con il 32,2% del totale. Seguono le referenze Ready-To-Cook, gli alimenti surgelati, quelli in scatola e i cibi crudi destinati a una preparazione minima. Le aziende devono tenere conto di queste preferenze nella pianificazione dell'offerta.

Dal punto di vista merceologico, i prodotti a base di carne e pollame rappresentano la categoria dominante con una quota del 32,4%. Segue un'ampia gamma di preparazioni a base di cereali, verdure e piatti misti.

Canali di distribuzione: tra grande distribuzione e negozi tradizionali

La distribuzione avviene principalmente attraverso supermercati e ipermercati, che rappresentano ancora oggi il canale più forte. Tuttavia, crescono anche le vendite nei convenience store e nei piccoli negozi di prossimità, segnale di un comportamento d'acquisto sempre più flessibile e frammentato.

Per i distributori internazionali e regionali, questo implica la necessità di presidiare più formati commerciali, adattando assortimento e logistica. La velocità di rifornimento, l'ottimizzazione degli spazi e la rotazione dei prodotti diventano elementi centrali per garantire competitività.

Analisi regionale: l'Europa guida il mercato

Dal punto di vista geografico, l'Europa si conferma il mercato principale per i cibi pronti, con un valore pari a 232,8 miliardi di dollari nel 2024. Seguono Nord America, Asia-Pacifico (APAC), America Latina, Medio Oriente e Africa (MEA).

Questo dato è particolarmente rilevante per i distributori che operano a livello internazionale: la presenza in Europa non è solo strategica, ma centrale per il volume d'affari complessivo del settore. Allo stesso tempo, le economie emergenti dell'area APAC offrono margini di crescita elevati grazie a una classe media in espansione e al rapido cambiamento delle abitudini alimentari.

Urbanizzazione, regolamentazione e nuove abitudini alimentari: i fattori che spingono il mercato

Uno dei principali motori della crescita nel settore dei cibi pronti è l'intensificarsi dei fenomeni di urbanizzazione. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, entro il 2050 circa il 68% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane, rispetto al 55% del 2018. Questo spostamento è accompagnato da una crescita delle famiglie a doppio reddito e da un progressivo ridursi del tempo a disposizione per la preparazione dei pasti. In questa dinamica, la praticità dei cibi pronti si afferma come risposta naturale alle esigenze della vita quotidiana.

Oltre agli aspetti sociali, anche le autorità regolatorie giocano un ruolo centrale. Le normative in materia di sicurezza alimentare emanate dalla FDA negli Stati Uniti e dall'EFSA in Europa hanno contribuito a innalzare gli standard qualitativi del settore. Questi enti richiedono trasparenza nelle etichette, controllo sugli additivi e garanzie nutrizionali, incentivando così le aziende a investire in processi produttivi sempre più sicuri e sostenibili.

Parallelamente, l'evoluzione delle preferenze alimentari verso prodotti più salutari e naturali ha spinto i produttori a rinnovare costantemente le proprie linee. La tendenza a includere ingredienti biologici e senza conservanti è ormai ben consolidata e rafforza la fiducia del consumatore verso i convenience food.

Sfide per il settore: la crescente attenzione alla salute

Accanto alle opportunità, emergono però anche alcune barriere significative. Una delle più rilevanti riguarda la percezione negativa che una parte crescente di consumatori ha nei confronti dei cibi processati. L'associazione tra convenience food e qualità nutrizionale inferiore rispetto ai pasti cucinati in casa rappresenta una sfida per i produttori.

Per modificare questa percezione e riconquistare la fiducia dei consumatori, le aziende alimentari possono adottare un approccio proattivo basato su diversi elementi chiave. In primo luogo, è fondamentale puntare su una qualità superiore, selezionando ingredienti naturali e privi di additivi artificiali. L'utilizzo di materie prime fresche e controllate non solo migliora il profilo nutrizionale, ma eleva anche le caratteristiche organolettiche del prodotto, rendendolo più appetibile e distinguibile rispetto alle alternative meno curate.

La trasparenza rappresenta un altro pilastro essenziale. Etichette chiare, leggibili e complete, che informano con precisione su origine, composizione e valori nutrizionali, aiutano a creare un rapporto diretto e onesto con il consumatore.

Infine, la comunicazione gioca un ruolo determinante. Promuovere attivamente i benefici salutistici del prodotto, mettendo in evidenza aspetti come il basso contenuto di sale o zuccheri, l'alto apporto proteico, la presenza di fibre o altre caratteristiche nutrizionali che possono aumentare il benessere, consente di anticipare eventuali pregiudizi e orientare positivamente la percezione del brand. In questo modo, i cibi pronti possano essere visti come una scelta consapevole, moderna e in linea con uno stile di vita equilibrato.

Plant-based: un'opportunità strategica per l'innovazione

Tra le opportunità di crescita più interessanti del comparto, troviamo lo sviluppo dei prodotti plant-based. L'interesse verso alternative vegetali non riguarda più solo vegetariani e vegani, ma si estende a un'ampia fascia di consumatori "flexitariani" che riducono il consumo di carne per motivi legati alla salute e alla sostenibilità ambientale.

Questo orientamento ha spinto le aziende alimentari a spingere maggiormente su determinate categorie di prodotti: dalle insalate pronte ai piatti a base di legumi, fino ai sostituti vegetali della carne ottenuti da proteine di piselli, soia o altri ingredienti innovativi. L'ampia diffusione di queste soluzioni nei punti vendita ne ha incrementato l'accessibilità e la visibilità, andando ad influenzare in modo importante anche il settore dei cibi pronti.

Tendenze e prospettive future

Tra le tendenze che avranno maggior peso nel prossimo decennio, troviamo la crescente attenzione verso ingredienti naturali e clean label, l'integrazione della tecnologia nelle catene di distribuzione e la personalizzazione dei prodotti (in termini di porzioni, sapori e packaging). Inoltre, si fa strada l'uso di canali digitali per la vendita e la promozione dei cibi pronti: canali online e piattaforme di consegna rappresentano sempre più una leva di vendita importante, soprattutto tra le generazioni più giovani.

Per le aziende che operano nel mercato dei cibi pronti, il decennio 2025-2034 si prospetta ricco di opportunità, ma anche di nuove sfide. La chiave sarà la capacità di innovare restando coerenti con le esigenze di un consumatore attento alla qualità, al tempo e alla sostenibilità.

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